Usare probiotici per contrastare le infezioni ospedaliere potrebbe diventare la nuova frontiera della prevenzione delle infezioni ospedaliere.
In Europa ogni anno, circa 3,2 milioni di pazienti contraggono un’infezione in ospedale e di questi 37.000 muoiono. In Italia le infezioni ospedaliere causano ogni anno più vittime degli incidenti stradali.
Di cosa parliamo? Di infezioni urinarie, ferite chirurgiche, polmoniti e sepsi.

Le infezioni ospedaliere, definite dalla sigla ICA (infezioni correlate all’assistenza), rappresentano un problema che coinvolge fino al 15 per cento dei pazienti ospedalizzati in tutto nel mondo.
E’ un grosso problema sia quantitativo visto i numeri riportati che qualitativo visto le problematiche legate alla resistenza agli antibiotici, che ci costringono a cercare sempre nuove armi da utilizzare.
Anche l'igiene degli operatori va rivista, infatti è importante ricordare costantemente al personale ospedaliero che è inutile usare macchinari sofisticati se poi le mani non sono pulite e adeguatamente disinfettate.

I disinfettanti chimici usualmente utilizzati mostrano dei limiti nel controllare la contaminazione e nel prevenire la ricontaminazione.
E’ stato allora proposto un innovativo sistema per ridurre la carica batterica di oltre l’80% e per azzerare la resistenza agli antibiotici riducendo anche i costi.
Efficacia del sistema di pulizia e sanificazione denominato PCHS (Probiotic Cleaning Hygiene System) con particolare riferimento al trattamento di superfici e ambienti ospedalieri.
La PCHS è una metodologia innovativa incentrata sulla competizione biologica.
che si basa sull'igienizzazione dei reparti ospedalieri e delle sale operatorie uisando probiotici al posto dei disinfettanti chimici.
I probiotici sono microorganismi che non generano malattie ed hanno la capacità di colonizzare il campo microbiologico, impedendo la crescita dei patogeni semplicemente per un effetto di competizione biologica, sostituendosi ad essi sulle superifici.
I risultati sono straordinari, si diminuisce la presenza di agenti patogeni nei nosocomi di oltre l’80%, e sorprendentemente riducono i geni di resistenza agli antibiotici riducendo le infezioni di oltre il 50% , con un abbattimento dell’80% dei costi antibiotici”.
Questi risultati indicano che questa procedura di sanificazione con probiotici possa determinare un vero e proprio cambio culturale, infatti non si tratta semplicemente di pulire gli ambienti ma di produrre igiene, riducendo le resistenze e mantenendo bassi i livelli di microrganismi patogeni, contribuendo efficacemente alla riduzione del rischio infettivo”.